Premessa: io e Gio siamo ciclisti un po’ atipici. Fino ad oggi ci siamo dedicati al cicloturismo eno-gastronomico e non avevamo mai fatto tour itineranti di più giorni. Inoltre viaggiamo “in stile alpino” ossia leggeri e veloci, pochi bagagli e bici da corsa. Per essere dei neofiti, la scelta si rivelerà azzeccata e ci consentirà di viaggiare più veloci


La ciclabile del Danubio parte da Passau e arriva a Vienna, il pezzo più famoso e segnalato, volendo si prosegue fino a Budapest. Noi decidiamo di prenderla con calma e partiamo da Linz che raggiungiamo in macchina dopo circa 800 km via Brennero e dove restiamo un giorno.


Il 28 lasciamo la macchina nel parcheggio dell’hotel di Linz e partiamo con 2 magliette, due pantaloncini, una tutina bici di ricambio e due giacchini impermeabili, il tutto in in un borsone dietro la sella e uno zainetto. L’idea è di percorrere i 250 km fino a Vienna in tre giorni e di tornare in treno a recuperare la macchina. Ma non sarà così.



Prima tappa Linz – Grein – circa 70 km. La ciclabile è perfetta, il fondo è più pulito del bagno di mia suocera ed è ottimamente segnalata. Pur essendo leggeri non si tengono medie molto alte come in tutte le ciclabili e poi …. ci vogliamo godere il momento. Un minimo d’ansia organizzativa c’è, ma ormai siamo partiti. Facciamo tappa a Mauthausen per visitare il campo di concentramento che è situato sulla collina sopra il paese.
Il fiume ha scavato il suo letto per tanti anni, cosicchè le sue rive si inerpicano subito in maniera piuttosto ripida. La visita al campo è un’esperienza abbastanza toccante, forse andrebbe fatta più spesso.

Arriviamo a Grein nel pomeriggio e alloggiamo alla pensione Martha, siamo tutti cicloturisti. La cucina austriaca non fa proprio per noi, patate, wurstel, e birra sono il meglio dell’offerta culinaria. Tanto per dire un piatto tipico è la Schnitzel, la cotoletta alla milanese che noi ordiniamo al ristorante per i bambini. Anche volendo mangiare in ristoranti “de charme” il cibo è troppo poco saporito, nonostante ottime materie prime il massimo concesso sembra essere una spruzzata di pepe. Ma ci rifaremo a Vienna.


Dopo una buona colazione ripartiamo per la seconda tappa che ci porterà a Weißenkirchen in der Wachau. Il mattino pedaliamo fino a Melk dove visitiamo la celebre abbazia benedettina che sovrasta il paese. Un bel piatto di wurstel nella macelleria con tavolini all’aperto ci da la benzina per la pedalata pomeridiana. Ovviamente si pedala meglio al mattino ma comunque anche oggi una settantina di chilometri li maciniamo con varie deviazioni e attraversamenti del fiume su barchini che effettuano il servizio per pochi euro. Ormai ci siamo abituati al panorama fluviale, in certi casi anche un po’ monotono. Ma la zona di Wachau ci riserva una sorpresa. E’ una splendida zona vinicola e arriviamo in paese passando attraverso le vigne.

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Il terzo giorno passiamo attraverso la bella cittadina di Krems che dista pochi chilometri e continuiamo in direzione Vienna. Non abbiamo ancora deciso cosa fare ma, grazie al vento a favore e il panorama un po’ monotono, ci lanciamo nei 101 km. che ci portano nella capitale austriaca (i crampi si faranno sentire nella notte). Gli ultimi 20 km li passiamo attraverso la zona periferica dove i locali prendono il sole (nudi) e fanno il bagno nel fiume. Ci fermiamo per prenotare un albergo con booking ed entriamo in città.

L’albergo è adiacente al Prater, il parco divertimenti viennese al limite dell’enorme polmone verde della città. Il Motel One è un’ottima scelta, moderno, a 20 metri dalla metro, a 200 dalla stazione, un ottimo rapporto prezzo/qualità. Siamo andati più veloci del temporale che ci sta seguendo da parecchie ore, arriviamo prima noi ma al momento di uscire a cena ce la becchiamo tutta, e forte. Persino il GPS del cellulare dà i ciocchi e giriamo in tondo fino a sbattere contro il Zina’s Restaurant. La cucina austriaca ci ha stufato, l’imperativo di oggi è: “cerchiamo un ristorante arabo…. !!!!”. Non c’è posto, ma la titolare si impietosisce di due anziani pulcini bagnati e ci fa mangiare sul bancone del bar. Una buona occasione scambiare due chiacchere con lei e per assaggiare piatti per cui ancor ora farei un viaggio fino a Vienna.

Su tre giorni viennesi abbiamo mangiato due volte da Zina. Vienna è spettacolare per la bicicletta, puoi girare ovunque su piste ciclabili perfette, con semafori dedicati e pedoni che stanno rigorosamente al loro posto. Usiamo quindi la bici per fare un bel giro del centro città che poi vedremo a piedi. Il tempo peggiora ma meglio qui che sul Danubio.


Ci siamo fatti prendere la mano dal minimalismo sul vestiario. I pochi ricambi che ci siamo portati non sono ancora esauriti, anche perché il grosso della giornata lo passiamo dentro le tutine da bici e poi un mini-bucato si può sempre fare. Il clima è ideale e non ci servono indumenti pesanti. Decidiamo quindi di non sprecare tempo per tornare a Linz a recuperare la macchina e dopo 2 giorni e mezzo a Vienna prendiamo il treno per Budapest con le bici al seguito.


Vienna mi aveva un po’ deluso. Bella, monumentale, perfetta, ma un po’ troppo fredda, asettica. Il casino sudamericano di Sampierdarena non va bene ma neppure l’ordine assoluto. Torniamo un po’ sugli standard italiani una volta varcato il confine ungherese. Anzi, la stazione di Budapest sembra ancora rimasta agli anni pre-caduta muro, non un bel biglietto da visita. Anche le piste ciclabili non sono quelle di Vienna, ma sempre meglio di quelle italiane. Alloggiamo in un appartamento all’ Opera Garden Hotel & Apartments, dietro il teatro dell’opera in zona strategica, anche qui ottima scelta.


Budapest è senza dubbio più affascinante e piena di vita. La quantità di giovani in giro la sera è veramente notevole così come l’offerta nel campo ristorazione; le spezie qui le usano. Anche a Budapest restiamo due giorni e mezzo. Visitiamo Buda e il Castello raggiungendolo con le bici per poi andare sull’isola Margherita, un grande parco dove si svolge il Sziget Festival ogni estate. Passiamo un pomeriggio ai Bagni Széchenyi, visitiamo la sinagoga, il ponte delle catene e il grande mercato centrale. La sera si va sempre a colpo sicuro, al confronto a Roma si fa la dieta.

Proviamo con ottimi risultati il conosciutissimo Menza, Mazel Tov e Koleves nel quartiere ebraico. Sono già otto giorni che siamo in giro, ci compriamo uno zainetto supplementare, qualche mutanda e le classiche magliette da turisti che portiamo anche ai figli a casa.


Il momento più bello è quando dobbiamo decidere come proseguire. Quasi all’unisono esce fuori la proposta: “….. e se andassimo a fare il pezzo che abbiamo saltato da Linz a Passau..??”. Che comunione d’intenti, e io che pensavo in un …”basta girovagare con due stracci, torniamo a casa…”.
Leviamo le tende la mattina prestissimo, e l’attraversamento della città ancora semideserta mi resterà in memoria, prendiamo il treno per Vienna e successivamente la coincidenza per Linz dove arriviamo per mezzogiorno. Nota: i prezzi dei treni sono stati una delle maggiori voci “in uscita della vacanza”.

A Linz rapido cambio di indumenti col “baule” di roba che era rimasta in macchina e via per gli ultimi 110 km di vacanza. Facciamo tappa in un luogo ameno vicino ad Aschach e il giorno dopo ci fermiamo a Schlogen dove lasciamo le bici in riva al fiume per un’oretta di trekking sulla collina in modo da vedere la celeberrima “ansa” del Danubio.

Arriviamo a Passau nel pomeriggio seguente. Il mattino dopo ci attende il treno che ci riporta a Linz. Il tempo di pagare il parcheggio costato come una notte di albergo (e va già bene) e un lungo viaggio di ritorno fino a Deiva Marina ci riporta a casa. Otto ore e un quarto senza fermate, dopo 350 km. di bici, 1.000 km di treno e 1.600 di macchina siamo di nuovo a casa.